domenica 22 luglio 2007

Mt Dickerman

Sveglia quasi all'alba per affrontare quest'hike sul mount Dickerman e alle 7 siamo già per strada. Al trail si arriva tramite la Mountain loop Highway, solo qualche miglio più avanti del trail dell'ultima volta (Lake 22). Partenza dalla base: ore 9. Il tempo non era dei migliori, ma nulla ormai ci poteva fermare.
Dettagli tecnici:
Dislivello: 3800 feet (1158 m)
Lunghezza: 8.5 miglia (13.6 km)
Tempo di salita: 3 h 30
Tempo di discesa:3 h 00
Difficoltà: medio-difficile
Il trail sale costantemente partendo da quota 1900 ft. Dapprima si snoda in mezzo a una fitta foresta che lascia passare poca luce. Via via che si sale la vegetazione cambia, lasciando il posto prima ad alberi più piccoli, poi ad alberi e arbusti. Lungo il percorso si incontra come al solito una splendida cascata. Il paesaggio è molto vario. Ci sono un sacco di fiori in questo periodo che rendono l'escursione davvero piacevole. Verso la sommità è possibile incontrare distese di piante di blueberries (mirtilli); non è ancora stagione, ma sono sicuro che ritornando a settembre sarebbe possibile riempirsi pancia e qualche borsa. Abbiamo incontrato un po' di neve in scioglimento nell'ultimo tratto, che comunque non ci ha impedito di raggiungere la vetta. Dalla cima c'è un ottimo panorama sulle montagne intorno.
Animali avvistati: 3 mountain goats (3 capre di montagna) e un hummingbird (colibrì). L'incontro coln l'hummingbird è stato particolare. Dovete sapere che questi uccellini sono attratti dal colore rosso ed io ero vestito con una maglia di un arancione molto acceso. Così mentre ero fermo per scattare una foto s'è avvicinato a pochissima distanza da me proprio perché attirato dal colore della mia maglia. Sbatte le ali ad una velocità impressionante, tant'è che potete sentire un rumore tipo ronzio. Dopo avermi fissato un po' fluttuando nell'aria ha deciso che forse ero un po' grande per essere un fiore e se n'è andato alla velocità della luce.

venerdì 20 luglio 2007

Microbreweries

Birra: orzo, luppolo, lievito e acqua. 4 ingradienti che possono dare origine a una varietà quasi infinita di gusti e tipologie diverse di questa bevanda conosciuta già al tempo degli Egizi. In fatto di birra il Pacific Northwest sta diventando particolarmente famoso per le sue microbreweries, birrerie che producono modeste quantità di birra di qualità che viene rivenduta nella zona. A Seattle c'è per esempio la Red Hook, solo per citare la più famosa.
Ora cercherò di fare un po' di chiarezza per quelli che arrivati in america sono un po' confusi ordinando una birra. Perché qui non si chiede banalmente una bionda, rossa, scura, doppio o triplo malto. E di solito il listino delle birre non te lo danno per cui devi sapere esattamente cosa vuoi.
Cominciamo (grazie all'aiuto del web ovviamente). Numerose sono le possibilità di classificare le birre. Una classificazione è in base al lievito utilizzato, responsabile della fermentazione. Ne esistono due grandi famiglie:
A fermentazione alta (Top-Fermenting Yeast) come il Saccharomyces cerevisiae (e dai suoi ceppi) che predilige temperature elevate e durante il processo sale in superficie del tino di fermentazione. Le birre ottenute vengono genericamente denominate ale.
A fermentazione bassa (Bottom-Fermenting Yeast) come il Saccharomyces carlsbergensis (e dai suoi ceppi) che predilige temperature più basse e durante il processo si deposita sul fondo del tino. Le birre ottenute vengono genericamente denominate lager.
Sia le ale che le lager possono essere di qualsiasi colore e gradazione. La differenza principale è che le ale sono più complesse e ricche di aromi floreali, speziati e soprattutto fruttati, mentre le lager sono più "pulite" ed evidenziano soprattutto il malto e il luppolo.
Anche se tecnicamente si possono definire “ale”, alcuni stili di birra non sono mai chiamati con questo nome, ad esempio le stout, le porter e le birre di grano. Riguardo alle lager, anche se talvolta il termine è usato in riferimento alla “classica” chiara leggera, tecnicamente esistono anche lager scure.

Cominciando dalle ale... una grossolana suddivisione si può fare tra ale inglesi (o meglio anglosassoni) e ale belghe.

Le ale inglesi e americane
Le ale inglesi hanno un certo carattere fruttato, ma molto meno evidente di quello delle belghe, e spesso evidenziano maggiormente il malto e il luppolo.Le microbirrerie USA hanno contribuito a rivitalizzare molti tipi di ale inglesi (e anche stout), tra cui la brown ale e soprattutto le India Pale Ale (una delle mie preferite!).
Le bitter costituiscono lo stile base inglese. Spesso ambrate (ma anche dorate), mediamente di gradazione piuttosto bassa – spesso al di sotto dei 10 o anche 9 gradi saccarometri, 3,5% alcool – e quasi sempre con un amaro abbastanza pronunciato. Il grado di amaro è comunque variabile, come la gradazione che sale per le special o best bitter e ancor più per le ESB (extra special bitter). Il termine pale ale è abbastanza intercambiable con quello di bitter, anche se è più usato per le versioni in bottiglia. La classica bitter infatti è alla spina, meglio ancora se non filtrata, rifermentata in fusto con carbonatazione naturale (nel qual caso rientra nella definizione di real ale).
La mild è uno stile sempre più raro: sono birre ancor più leggere delle bitter, piuttosto scure, più tendenti al dolce, delicate ma saporite nonostante la bassa gradazione.
Le brown ale (altrettanto rare) possono esser considerate una versione un po' più forte delle mild.
Le winter ale e le old ale sono birre solitamente ambrate o scure, piu dolci e meno beverine, adatte alla stagione invernale o a bevute più “meditate”. La gradazione è più alta, anche se piuttosto variabile (per gli standard inglesi una birra al 5% è già forte, ma le old ale piu' forti si spingono anche verso i 7, 8, 10 gradi alcolici).
Lo stile di birra più forte è quello dei cosidetti barleywine (lett. vino d'orzo) - nome relativamente recente dato che nel secolo scorso le normali ale un po' forti raggiungevano tranquillamente la stessa gradazione. Sono birre potenti (8-10% di alcool, e anche piu'), a volte sciroppose o caramellate, piuttosto luppolate ma con l'amaro bilanciato dalla dolcezza del malto. Le ottime versioni USA dei barleywine sono in genere più intense come luppolo e come amaro. Per la verità lo stile dei barleywine è molto raro in Gran Bretagna, e la loro patria sono proprio gli USA (dove si producono anche molti barleywine in stile inglese, più ancora che non in Inghilterra).
Le India Pale Ale erano originariamente (nell'800) prodotte in UK per l'esportazione nelle colonie, ed erano caratterizzate da una luppolatura e un amaro eccezionali. Le IPA sono ora rare in UK, e in genere poco “rispettose” della tradizione. Gli USA invece hanno rivitalizzato e fatto loro questo stile, producendo esemplari decisamente caratterizzati e spesso con un grado di amaro davvero impressionante! Anche le normali pale ale americane sono piuttosto luppolate, e l'uso di luppoli locali dall'aroma particolare le fa classificare a parte, come APA (american pale ale).

Le ale belghe
Sono in genere decisamente più fruttate delle inglesi, spesso speziate e a volte acidule. Gli stili sono davvero tanti, e molte birre fanno stile a se!
Le blond ale costituiscono uno stile non molto tradizionale, ma sono sempre più diffuse e sono considerabili come stile “base” (toccano comunque vertici eccezionali con la Westvleteren Blond).
Le belgian pale ale sono piu' tradizionali ma meno diffuse, sono affini alle cugine inglesi ma con maggior carattere di lievito.
Le saison sono ben caratterizzate: dorate o ambrate, a volte acidule, ben luppolate e speziate.
Le birre di abbazia e trappiste sono ben conosciute, ma non sono uno stile bensì - in un certo senso - una denominazione di origine: infatti le trappiste sono piuttosto diverse tra loro – pur con qualche caratteristica comune – ma la denominazione è ben precisa e comporta che la birra sia effettivamente prodotta da o sotto il controllo diretto di monaci trappisti. Birra d'abbazia è invece un termine meno significativo, che indica uno stile più o meno vagamente nell'ambito di quelli delle trappiste vere, e una connessione più o meno remota con un'abbazia ancora esistente o meno, ma la produzione comunque è “laica”.

Stout e Porter

Le stout sono birre ad alta fermentazione caratterizzate da un colore molto scuro (anzi, nero) e una tostatura molto marcata; in genere la gradazione è relativamente bassa, e l'amaro intenso; l'aroma del luppolo è invece moderato, sovrastato da quelli tipici di cioccolato e caffè.
Le dry stout rispecchiano in pieno queste caratteristiche e non presentano la minima traccia di dolcezza.
Le più rare sweet stout invece pur mantenendo colore e note tostate sono meno amare e più dolci (da moderatamente a decisamente). Un tipo di sweet stout è la milk stout, caratterizzata dall'uso di lattosio (non fermentabile) per aumentare la dolcezza.
Le oatmeal stout (di dolcezza intermedia), anch'esse ormai non molto diffuse, sono tipicamente vellutate grazie all'impego di farina di avena.
Infine le imperial stout, uno degli stili più caratterizzati del mondo birrario, sono un po' un incrocio tra il carattere delle dry stout e la potenza dei barleywine. Forti, amare, tostate, un po' fruttate... sono fra le birre più sontuose che esistano!
Le porter si possono considerare delle stout un po' meno intense. In effetti nei secoli scorsi lo stile generale di queste birre scure era indicato come porter, e quelle più forti venivano chiamate stout porter - e poi più semplicemente stout.

Birre di grano
Sono birre ad alta fermentazione caratterizzate dall'ampio uso di frumento (50% e oltre). Gli stili più famosi sono quello tedesco (denotate come weizen, ovvero "birre di grano", o weisse, ovvero "birre bianche", per via dell'aspetto opalescente) e quello belga (biere blanche, o wit, con lo stesso significato e motivazione). Le affinità fra questi stili riguardano, oltre all'uso del frumento, il colore chiaro, la gradazione media, e un certo carattere speziato e acidulo. Le differenze non mancano: le blanche impiegano frumento non maltato, mentre nelle weizen è usato maltato; le blanche impegano spezie come coriandolo e buccia d'arancia, mentre nelle weizen usano il carattere speziato è dovuto esclusivamente al lievito molto particolare, che produce anche un caratteristico aroma di banana. In Germania si producono anche weizen scure (denominate dunkelweizen o anche dunkelweissen: scure bianche!) e birre di grano più forti (weizenbock). Le berliner weisse sono più leggere e decisamente acidule (lattico).

Lager chiare
Le pils sono lo stile più classico (di origine ceca, anzi boema) fra le lager chiare e leggere e sono caratterizzate dal colore chiaro o dorato, dalla luppolatura abbondante e dall'amaro pronunciato. Le migliaia di imitazione internazionali hanno spesso poco a che fare con le classiche pils ceche, bavaresi o renane.
Le hell tipiche bavaresi sono meno amare e più maltate.
Le dortmunder sono leggermente più forti.

Bene... credo di avervi creato abbastanza confusione. Non vi resta che cercare di riprendervi davanti a un bel boccalone di birra fresca.

lunedì 16 luglio 2007

Lake 22

Nonostante la sera prima avessimo festeggiato fino a mattina, nulla c'ha impedito di essere pronti e "pimpanti" per un'escursione al Lake 22. Il lago si trova nel Mt. Baker/Snoqualmie National Forest e la zona intorno al lago è una zona protetta dal 1947. Lungo il trail, non troppo impegnativo e adatto anche a famiglie con bambini, potete incontrare degli alberi giganteschi. Fantastici sono due che si trovano ai lati del sentiero che sembrano il passaggio verso qualche regno magico. Il sentiero inoltre si snoda lungo un torrente che varie volte dà vita a spettacolari cascate.
Dettagli tecnici:
Dislivello: 1316 feet (401 m)
Lunghezza: 5 miglia (8 km)
Tempo di salita: 2 h 00
Tempo di discesa:1 h 30
Difficoltà: facile
Il lago è circondato su tre lati da pareti rocciose. Lo scenario incredibile: dai picchi scendono varie cascatelle, formatesi dallo scioglimento della neve, che poi finiscono in questo fantastico laghetto alpino dall'acqua cristallina. Il sentiero poi corre intorno al lago spesso su pensilina così potete ammirare lo scenario da tutti i punti di vista. Unica pecca di quest'hike? Un sacco di mosquitos che al lago han cercato di divorarci e che c'han fatto fuggire un po' prima del previsto.

venerdì 13 luglio 2007

Venerdì 13

A differenza dell'Italia dove il giorno sfortunato per eccellenza è venerdì 17 (perchè in numeri romani 17 si scrive XVII che è l'anagramma di VIXI che in latino significa "vissi" cioè adesso sono morto), nei paesi di lingua inglese, portoghese, in Germania e in Polonia il venerdì che porta sfortuna è venerdì 13. Nessuno sa con esattezza da dove origini questa superstizione, però in qualche modo il venerdì e il numero 13 sono sempre stati considerati sfortunati, probabilmente il collegamento tra i due è occorso solo in un secondo momento. Sono state fatte varie ipotesi. Spiegazione cristiano-pagana: Venerdì e 13 erano associati alla dea nordica Freyja ed era un giorno particolarmente sacro; i cristiani che volevano sopprimerne il culto cominciarono invece a dire che era un numero sfortunato. Spiegazione cristiana: 13 è il numero delle persone presenti all'ultima cena, tenuta il giovedì, mentre il venerdì è il giorno della crocifissione di Cristo. Spiegazione storica: venerdì 13 ottobre 1307 il re Filippo il bello diede l'ordine di arrestare e massacrare tutti i Templari con l'intento di eliminare un ordine diventato troppo potente nei secoli e di appropriarsi delle immense ricchezze che avevano accumulato; vennerò così uccisi centinaia tra cavalieri, preti e servitori che non avevano nessuna colpa e che erano molto ben voluti dal popolo.
E voi avete paura del venerdì 13? Se sì, allora soffrite di parascavedecatriafobia.

mercoledì 11 luglio 2007

Rock, Paper, Scissor World Championship

Rock, paper, scissor è la traduzione inglese del gioco sasso, carta, forbice che siamo soliti fare da piccoli. Per chi non ci avesse mai giocato (ma stento a credere che qualcuno non l'abbia mai fatto) ecco le regole. Si gioca in due, uno contro l'altro. Si fa il pugno e al tre i giocatori fanno uno dei tre gesti che rappresentano sasso, carta o forbice che sono rispettivamente il pugno, la mano aperta e l'indice e il medio estesi. Il sasso vince sulla forbice, la forbice vince sulla carta e la carta vince sul sasso. Ho sempre pensato che si trattasse di un gioco legato a fortuna e statistica. In america no. Perché qui esiste addirittura un campionato. Esiste pure una società, la WRPS (World Rock Paper Scissors Society), che ha standardizzato le regole ed organizza il campionato mondiale. I campionati si svolgono a eliminazione e il vincitore prende $7,000!!! Mi è capitato di vedere alcuni momenti del campionato americano in tv. Alcuni dei partecipanti hanno pure dei preparatori tecnici che danno consigli e allenano le mani degli atleti ad essere veloci! Trooooppo stupido! Però sembra che l'evento sia seguitissimo. Se volente video, consigli e trucchi o se volete aquistare i biglietti del campionato mondiale che si terrà ad ottobre in Canada o parteciparvi direttamente come "atleta" vi lascio il sito: www.worldrps.com
Non perdete, cliccando su "Gambit Play", le varie serie di mosse con intento strategico e relativo nome. Pazzesco!

lunedì 9 luglio 2007

Boeing 787 Dreamliner

La Boeing, famosa società areonautica statunitense, ha ieri presentato a Seattle il nuovo modello aereo: il 787 Dreamliner. L'aereo è di nuova concezione e prevede l'uso di meno alluminio e più materiale in fibra di carbonio e composti sintetici. Il risultato è un velivolo più leggero con la conseguenza di consumi fino al 20% inferiori. E in tempi in cui a tutti sembra stare a cuore l'ambiente l'idea sembra trovare numerosi consensi.
L'aereo sarà proprio prodotto nei capannoni della sede di Seattle ed entrerà in servizio da maggio 2008. Potrà portare circa 210-330 passeggieri a seconda della configurazione dei seggiolini. I seggiolini saranno larghi circa 47 cm in disposizione 3+2+3 per fila. La velocità di crociera si aggirerà intorno ai 0.85 mach (903 km/h).
Curiosità: l'aereo è stato presentato ieri perché era l'8 luglio 2007. In americano si mette prima il mese per cui 07/08/07... 787!

domenica 8 luglio 2007

Independence Day

Nettamente in ritardo. Ma un post sull'Independence Day del 4 luglio non posso fare a meno di farlo. Almeno per spiegare cos'è l'Indipendence Day, soprattutto a quelli che credono sia solo un film di Roland Hemmeric su un'invasione aliena. L'Independence Day, noto anche come 4 luglio, è festa nazionale in cui si commemora l'adozione della Dichiarazione d'Indipendenza nel lontano 4 luglio 1776. Dichiarazione con la quale veniva proclamata l'indipendenza dalla Gran Bretagna: gli Stati Uniti cessavano così di essere una colonia e assumevano uno statuto indipendente.
E' una delle feste più sentite dagli americani, molti dei quali ne approfittano per prendersi qualche giorno di ferie in più. Un po' come il nostro Ferragosto. Cosa si fa di particolare in questa giornata? Bhè, il BBQ (barbeque) è praticamente d'obbligo che siate in giardino a casa, in riva all'oceano o al parco. E allora via a grigliare hamburgers e hot dogs e a ricoprire i panini di senape o ketchup. Le birre e le bibite sono al fresco nel cooler sommerse da cubetti di ghiaccio. Bandiere americane sventolano ad ogni angolo e se qualcuno possiede una maglietta o un cappello a stelle e strisce è la giornata ideale per poterla indossare. Ma tutti mangiano e bevono aspettando un solo momento: il lancio dei fuochi d'artificio. Una tradizione che continua dal 1777, anno in cui per celebrare furono fatte sparare 13 pistole, alla mattina e poi di nuovo alla sera, a Bristol nel Rodhe Island.
E anche a Seattle, ammirare i fuochi sparati dal lago con lo sfondo di downtown è uno spettacolo da non perdere.

lunedì 2 luglio 2007

Bare mountain

Sempre peggio raga. Anche questa volta abbiamo provato a partire presto. Ma non è colpa nostra se le ultime 20 miglia erano su strada dissestata e bisognava andare pianissimo. E se al bivio che dovevamo prendere siamo andati dritti perché un deficiente ha parcheggiato il suo immenso truck giusto davanti al cartello con l'indicazione che ci serviva. E se poi durante le piene di questa primavera il fiume s'è mangiato un pezzo di strada e ci siam dovuti fare 2 miglia a piedi per raggiungere il trailhead per raggiungere la cima della Bare mountain. Insomma abbiamo lasciato le macchine verso le 12 e siamo arrivati all'inizio del sentiero per le 13!!! Il percorso nel sottobosco è inizialmente scivoloso perché c'è un rivoletto di acqua che corre giusto in mezzo al sentiero. Poi si deve attraversare su un tronco gigante una bellissima cascata (solo quella vale l'intero giro) e dopo poco si entra in una fantastica valle. Il sentiero comincia a salire a zig zag per il lato sud della montagna. La giornata era meravigliosa e data anche l'ora il sole s'è fatto sentire parecchio. Dapprima eravamo circondati sui lati da felci alte 1 metro e mezzo che poi hanno lasciato il posto a rari pini e una vegetazione più bassa da alta montagna. Dopo un bello sforzo e circa 5 miglia siamo arrivati sulla cima della montagna! WoW! Panorama 360° su un sacco di montagne, sui ghiacciai del mount Rainer e su tutto il Pouget Sound. Era possibile vedere l'oceano e addirittura lo skyline di Seattle! Inoltre era possibile vedere sul lato nord della montagna tre stupendi laghetti alpini di un blu zaffiro incredibile.
Dettagli tecnici:
Dislivello: 3250 feet (991 m)
Lunghezza: 4 + 10 miglia (22.5 km)
Tempo di salita: 4 h 00
Tempo di discesa:3 h 30
Difficoltà: difficile
La discesa probabilmente anche per via della stanchezza è stata eterna. Siamo ritornati alle macchine per le 19.30 e in città alle 22! Giornata intensa ma... bella prova raga!