domenica 30 settembre 2007

Red Bull Soapbox Race

Un altro week end all'insegna del divertimento in quel di Fremont, che per l'occasione ospita la Soapbox race sponsorizzata dalla Red Bull. Si tratta di una gara per macchine senza motore costruite in casa. Il percorso è stato creato sulla discesa della Fremont Ave e la partenza era a pochi passi da casa. Il quartiere è letteralmente impazzito per due giorni ed era difficile trovare pure parcheggio. L'affluenza delle persone alla gara è stata enorme nonostante il tempo non fosse dei migliori. Tant'è che lungo la strada tale era la folla che era impossibile seguire qualcosa se non dal megaschermo installato per l'occasione nel vicino campo da baseball. Le "macchine" non erano delle semplici macchine perché per quasta competizione vengono create nelle forme più strane, dato che oltre alla velocità vengono valutati intrattenimento per il pubblico e originalità dell'idea. Erano in gara 37 macchine e non tutte sono arrivate all'arrivo. Alla partenza c'era una curva parabolica che ha fatto varie vittime, come pure quella a metà del percorso. A vincere alla fine una riproduzione in cartone del furgoncino dell'A-Team con tanto di sosia di P. A. Baracus nella squadra. Poi tra i più apprezzati dal pubblico la riproduzione a 4 ruote del Troll di Fremont, il water gigante con tanto di sciaquone, la macchina fotografica polaroid e il sushi roll con le uova di salmone. Che se non sei un po' pazzo questa gara non la puoi fare.

venerdì 28 settembre 2007

Mariners Seattle

Uno sport a cui ho cominciato parecchio ad appassionarmi qui in america è di sicuro il baseball. Non starò qui a dilungarmi sulle regole del gioco perché mi ci vorrebbe moooolto spazio e perché poi potete benissimo leggerle ad uno di questi indirizzi web che vi lascio tra parentesi (www.fibs.it, www.mlb.com, http://en.wikipedia.org/ wiki/Baseball). Infatti non è solo questione di tirare, ribattere con la mazza e correre per rubare le basi... anche se alla fine questo è il modo migliore per riassumere i fondamentali del gioco.
Quello che volevo descrivervi in questo post sono le sensazioni che provo ogni qual volta vado a vedere una partita direttamente allo stadio. La squadra di baseball di Seattle, i Mariners, sono una buona squadra che gioca nella Major league americana. I prezzi per una partita variano dai $10 a cifre incredibili per i posti in prima fila, per cui si può dire che è uno sport per tutte le tasche. Prima di entrare allo stadio è quasi un rito ritrovarsi a bere qualcosa nei vari pub dei tifosi nel quartiere, sia per fare due chiacchiere pre-partita sia perché all'interno le bevande costano praticamente il doppio. Uno da casa si può portare tutto il cibo che vuole e proprio il cibo sembra una delle cose di cui non si può fare a meno per seguire una partita di baseball. Mentre gli atleti flettono i muscoli per raggiungere una base o per rincorrere una palla, migliaia di persone si ingozzano con le più svariate schifezze e ingurgitano litri di birra. La situazione più caratteristica è avere un pacchetto formato bambino di pop-corn o dei peanuts (arachidi) da sgusciare, ma immancabili sono anche hot-dogs e garlic fries (le patate fritte all'aglio... o è aglio con delle patate fritte?). Bucce e scorie varie si possono buttare tranquillamente perterra: è concesso. Ma poi c'è il gioco nel gioco: lo show all'americana. Che a volte più che a una partita di baseball mi sembra di essere in un parco dei divertimenti. E allora durante le pause via sul megaschermo a scommettere se vincerà nella corsa virtuale la macchinina rossa, quella verde o quella gialla; e a risolvere gli anagrammi con i nomi dei giocatori o alcune domande di trival-baseball. E perché no? E' sempre il momento di una bella lotteria! A sorte vengono estratti i numeri di alcuni posti a sedere e il premio viene consegnato in diretta al "fortunato". I premi? La scorsa settimana una persona ha vinto 140 cups di noodles e un'altra 30 kg di peanuts!!! In un'altra occasione io sono riuscito ad accaparrarmi una maglietta (purtroppo taglia XL americana) dei Mariners che la mascotte della squadra, Moose (un alce), lanciava verso il pubblico. La scorsa settimana poi dopo aver visto i primi 7 innings dagli spalti più alti, ci siamo spostati in 4 fila perché non controllano più tanto i biglietti. Wow! Tutto un altro vedere quasi a contatto con pitcher, batter e runners. Così son finalmente riuscito a vedere più da vicino anche l'idolo dei fans, ma soprattutto delle ragazze, Ichiro Suzuki (nella foto), per tutti Ichiro e basta. Questo giocatore giapponese oltre ad essere famoso per la sua bravura, attira l'attenzione per la bella presenza e per i gusti raffinati che manifesta in ambito culinario e di vestiti (tra l'altro pare che il suo dolce preferito sia la panna cotta!). Inoltre tutti lo ricordano per la sua mossa prima di battere: distende il braccio con la mazza alzata a mò di spada quasi a prendere la mira sulla pallina, si tira su il risvolto della manica e quindi attende il lancio. Non perde mai occasione di mostrare questa "gestualità" propiziatorio-scaramantica tant'è che anche i bimbi ormai lo imitano nelle loro partitelle.
Che altro dire... la stagione del baseball è oramai alla fine... Non mi resta che attendere il prossimo anno per qualche altra bella partita.

lunedì 24 settembre 2007

American Oktoberfest

Dopo il villaggio in stile bavarese a poche ore da Seattle, non poteva mancare in questo periodo una bella festa della birra, un bell'Oktoberfest per la precisione. La festa s'è tenuta a Fremont nel weekend ed è stata votata dal giornale USA Today come una delle Top 10 Oktoberfests nel mondo. Spero che l'originale di Monaco sia al primo posto, ma ad ogni modo ho particolarmente apprezzato questa versione americana. Come da legge per entrare nel beer garden recintato e sorvegliato dalla polizia bisognava avere più di 21 e presentare un I.D. All'interno vari tendoni ospitvano circa 35 birrerie diverse per un totale di più di 70 birre diverse da assaggiare. Ogni birra infatti veniva servita in un bicchierino da degustazione fornito all'entrata. Tra le più originali che ho assaggiato: la Lazy Boy Porter con una punta di caffé e cioccolato che le danno profondità e complessità; la Stranger Big Double Trouble IPA, miscela di malti inglesi e americani che bilanciano l'enorme profilo di luppolo (varietà Chinook, Athanum and Amarillo) che porta l'IBU (l'indice di amarezza di una birra) a 100 (che è il massimo livello); e poi la pumpkin Pale Ale della Pacific Rim aromatizzata alla zucca, non tra le mie preferite, ma sicuramente originale; la Old Rasputin Russian Imperial Stout della North Coast l'ho scelta per il nome, ma è stata anche una delle migliori stout che abbia mai assaggiato. I nomi curiosi erano molti comunque: Arrogant Bastard Ale, Deadguy e Rocktoberfest solo per citarne alcune. Comunque non preoccupatevi... non le ho provate tutte!

venerdì 21 settembre 2007

Pinocchio, Strombòli & Co.

Che la Disney avesse scopiazzato da fiabe europee per creare i suoi primi cartoni animati lo sanno tutti. Però se uno copia deve saperlo fare bene! Prendiamo l'esempio di Pinocchio. "Le avventure di Pinocchio" è un romanzo scritto da Carlo Collodi pubblicato nel 1881, che la Disney ha trasformato in cartone animato nel 1940. In realtà il libro di Collodi presenta varie differenze rispetto alla trasposizione cinematografica, ma dato il successo popolare della Disney spesso i bambini (e i grandi) non sanno la vera storia. O credono di saperla, ma in realtà conoscono solo la versione animata. E qui in America più che altrove si fa sentire. Per esempio tutti pensano che Pinocchio finisca nella pancia di una balena, quando in realtà Pinocchio viene inghiottito da un tonno (quello che finisce nella balena è Giona nella Bibbia... e forse manco lui). Capisco in effetti che per esigenze tecniche tutti (Geppetto, gatto, pesce rosso e Pinocchio) nella pancia di un tonno non avrebbero trovato abbastanza spazio, però...
E Geppetto? Geppetto da falegname diventa un fabbricante di giocattoli. Per non parlare poi del vestito alla tirolese di Pinocchio! Dove sono i vestitini di carta da zucchero e il cappello di mollica di pane? E gli zoccoli di legno? E poi mancano i rigidi e baffuti carabinieri col gran mantello nero che danno quel tocco di italianità alla fiaba. Solo per citare alcuni degli scomparsi.
Ma quello che mi ha fatto sorridere sono i nomi di alcuni personaggi che cambiano completamente: la fata turchina cambia colore e diventa the Blue fairy e più che una fatina sembra una diva di hollywood degli anni 40; il grillo parlante si sceglie un nome americano, si veste con giacca e cilindro e diventa Jiminy Cricket; ma quello che fa più ridere è il Mangiafuoco che diventa Strombòli, con l'accento sulla seconda o, che se dite Stròmboli non vi capiscono.
La condensazione operata rispetto al libro ha portato ad allargare le parti di alcuni personaggi ma a sacrificarne molti altri , ma come ha osservato la Disney "Pinocchio presentava il problema di un'eccessiva ricchezza di materiali, cosicché i soggettisti dovettero restringere il testo di Collodi in una trama compatta". Eccerto mica possiamo fare un po' di cultura, bisoganva farne un prodotto di largo consumo per essere venduto. Così Disney prese Pinocchio lo forgiò a sua immagine e somiglianza ed eliminò quel po' di cultura e folclore locale. Naque così il Pinocchio globale...

domenica 16 settembre 2007

Jennifer Gentle

E chi l'avrebbe mai detto che proprio a Seattle sarei riuscito ad andare al concerto di una band padovana (nata ad Abano Terme per l'esattezza)? Ieri al "Sunset Tavern" di Ballard nell'ultima data del loro tour (45 tappe!!!) negli Stati Uniti si sono esibiti i Jennifer Gentle. Quasi sconosciuti ai più in realtà sono una delle nuove band da tenere sott'occhio e di cui potremo sentirne parlare molto in futuro. Il genere musicale è definito come psychedelic avant-pop o psychedelic rock, genere musicale che vide il suo massimo splendore in Inghilterra e USA alla fine degli anni '60. E i suoni che riproducono hanno tutto il fascino retrò di quegli anni. Gli attuali componenti della band sono: Marco Fasolo, membro fondatore, (voce, chitarra), Francesco Candura (basso), Liviano Mos (tastiere) , Andrea Garbo (chitarra) e Paolo Mongardi (batteria).
Il primo album I am you are risale al 2001. Nel 2005 dopo un breve tour negli States, i Jennifer Gentle firmano un contratto con la casa discografica americana SubPop, celebre tra l'altro per aver lanciato i Nirvana. Il loro terzo album, Valende, uscito nel gennaio 2005, è il primo disco italiano dall'etichetta di Seattle. A questo segue nel giugno 2007 The Midnight room quarto album in studio dei Jennifer Gentle, a cui a fatto seguito proprio il tour americano che sono andato a vedere. Il locale era piuttosto piccolo, ma varie band mossero i primi passi proprio da posti come questo. C'erano circa una 50 di persone all'esibizione e di certo il gruppo sa come intrattenere il pubblico. Meritano l'attenzione che gli stanno dando e chissà che in futuro non possano avere un pubblico di ascolto più ampio. In bocca al lupo!

martedì 11 settembre 2007

Day 6: From Astoria to Aberdeen - Crossing the border

Il viaggio si sta per concludere. Un lunghissimo ponte di metallo di 6,5 km ci fa attraversare la foce del Columbia River da Astoria (Oregon) a Megler (Washington). Proprio nello stato di Washington si trova l'ultimo tratto della 101 che gira attorno all'Olympic Peninsula per terminare poi ad Olympia, capitale dello Stato.
Prima tappa a Cape Disappointment. Una parte della superficie del parco è occupata da installazioni militari risalenti al 1860 costruite a guardia della Pacific Coast e della foce del Coloumbia. In realtà quello che rimane sono poco più che ruderi, ma questo parco è interessante per la presenza di due Lighthouses. The North Head Lighthouse costruito nel 1898 è costruito su uno dei posti più ventosi dello stato di Washington: il record è del 1921 con raffiche di vento che toccarono i 126 miglia orari, ma sono comunque frequenti misurazioni superiori ai 100. Due miglia più a sud si trova il Cape Disappointment Lighthouse con il suo colore bianco e nero. Una curiosità: siccome i due fari si trovano molto vicini, per poter essere distinti mentre North Head usa una luce bianca fissa, cape Disappointment alterna lampi bianchi a lampi rossi.
Procedendo sulla 101 si attraversano poi paesaggi stupendi e varie cittadine tra cui Ilwaco, South Bend, Raymond e Aberdeen. Nessuna di quest'ultimedegna di vera attenzione. Aberdeen in particolare è una città portuale e industriale piuttosto bruttina ed è degna di menzione solo perché è la città natale dell'icona grunge Kurt Cobain.C'è da dire che la Washington Coast è sicuramente più selvaggia di quella dell'Oregon e in futuro meriterà una visita più attenta.
Il nostro viaggio nel North-West finisce qui, ma i posti da visitare sono ancora moltissimi per cui... al prossimo viaggio!

domenica 9 settembre 2007

Day 6: Oregon Coast - From Cape Meares to Cannon Beach

Altre 65 miglia da percorrere insieme sulla 101 nel post di oggi. Tempo uggioso per tutta la giornata. Prima sosta a Oceanside. La spiaggia: magnifica. Il mocha e il bluberries muffin che ho mangiato nel piccolo caffè con vista sull'oceano: superbi. Immaginatevi una pioggerella leggera che scende verso le 9 del mattino, in questo paesino di pescatori avvolto dalle nebbie. Poche persone in giro: di certo non è una giornata per stare in spiaggia. Ma voi siete lì. Al calduccio nell'accogliente caffé che vi sorseggiate il vostro caffé-cioccolato bollente e vi soffocate col vostro ipercalorico muffin. E dalla finestra guardate le onde che si infrangono sui tre monoliti basaltici che caratterizzano questo pezzo di costa. Insomma sarei rimasto lì immobile per giorni...
Basta sognare! e ritorniamo sulla strada. Sosta successiva a Cape Meares (un'altro dei tre capi compresi nel Three Capes Loop). Qui si trova un lighthouse del 1890 alto solo 38 feet (11.5 metri) con fantastica visuale sulla costa rocciosa. Proprio alcune di queste rocce sono popolate da colonie di uccelli che mischiano le loro grida al rumore delle onde.
Dal loop siamo tornati quindi sulla 101 per visitare Tillamook, o meglio per visitare la famosa Cheese Factory, una tra le dieci attrazioni più visitate dell'Oregon. Ma non aspettatevi di vedere pezze di formaggio rotolare in giro per lo stabilimento: qui il formaggio esce in parallelepipedi sotto vuoto, senza buccia... una fabbrica di sottilette insomma. Altro che Asiago, Pecorino, Parmigiano, Dobbiaco o Gorgonzola!
Altri dieci miglia e breve sosta sul ciglio della strada per alcune foto alle Three Graces (nella foto), tre monoliti molto pittoreschi che sono sormontati da alcuni alberelli.
E quindi l'arrivo a Cannon Beach, una delle più famose spiaggie dell'Oregon Coast. Ci sono accessi a sud e nord della spiaggia per godere da diverse angolazioni di Haystack Rock, un monolite di 235 foot (72 metri) che trovate in tutte le cartoline. Vicino a questo altri due alti e sottili conosciuti come The Needles. Di solito sono fotografati con la luce dell'alba, io li ho visti con pioggia, vento e nebbia. Sembra comunque che pochi eletti riescano a vederlo col bel tempo...

mercoledì 5 settembre 2007

Day 5: Oregon Coast - From Otter Rock to Cape Kiwanda

E il viaggio continua. Otter Rock è la successiva città che incontriamo. Qui si trova un'altro dei siti più visitati dell'Oregon Coast: il Devil's Punch Bowl. Si tratta di una grotta il cui tetto è crollato e modellata dall'acqua nel corso del tempo. Durante l'alta marea e specialmente durante temporali in periodo invernale, le onde dell'oceano entrano dall'apertura in questa formazione rocciosa che assomiglia appunto a una ciotola.
Sul percorso ci sono poi Depoe Bay, che vanta il porto navigabile più piccolo al mondo e Lincoln City, che si vanta invece di avere il fiume più corto del mondo: il D River lungo solo 120 feet (37 metri).
E sul fine della giornata una vera chicca: Cape Kiwanda (nella foto). Cape Kiwanda fa parte del Three Capes Scenic Route (insieme a Cape Meares e Cape Lookout). Chi arriva alla spiaggia si trova davanti a un promontorio di arenaria parzialmente protetto da un monolite di basalto. E' un punto di ritrovo per numerosi surfisti che con i loro trucks possono arrivare fino al bagnasciuga. Sembrava di stare sul set di "Un mercoledì da leoni", film cult degli anni '70.
Vi aspetto per cavalcare la prossima onda!