sabato 31 marzo 2007

Bruce Lee - Da Seattle con furore

Forse non molti di voi sanno che Seattle tra le varie celebrità di casa, può annoverare anche Bruce Lee. Il mitico Bruce Lee!!! Ma facciamo un po' di biografia... Bruce Lee nasce a Los Angeles il 27 novembre 1940, durante un tour negli U.S.A. del padre, famoso attore di Hong Kong . Per la cronaca è l'anno del Drago, fra le 6 e le 8 del mattino, l'ora del Drago... giusto per creare ancora più un alone di misticità attorno al personaggio. Bruce passa la sua gioventù a Hong Kong. Ha un carattere irruento ed esuberante, che lo porta a scontrarsi spesso con la piccola criminalità giovanile. Preoccupati di questo i genitori lo iscrivono ad un corso di Kung-fu tenuto dal maestro Yip Man. Da allora Bruce Lee non abbandonerà più lo studio delle arti marziali. E in questa scuola oltre alle tecniche fisiche viene a conoscenza del pensiero taoista e delle filosofie di Buddha, Confucio, Lao Tzu e di altri maestri.
A 18 anni Bruce parte per tornare negli States. Dopo Los Angeles, trasferitosi a Seattle lavora come cameriere in un ristorante; completa gli studi liceali all'Edison Tecnical School e, in seguito, ottiene una specializzazione in filosofia alla University of Washington.
Non gli è difficile radunare attorno a sè amici o curiosi interessati alla sua arte particolare, il Kung fu, che allora era veramente semi-sconosciuta al di fuori delle comunità cinesi. Il suo primo obiettivo è quello di diffondere l'arte in tutti gli Stati Uniti.
Trasferitosi in California nel 1964 approfondisce il suo studio rivolgendo la sua attenzione ad altre discipline, come il Kali, il Judo, il Pugilato, la Lotta libera, il Karate e altri stili di Kung fu. Con il tempo colleziona un'immensa biblioteca contenente volumi su ogni genere di stile e su ogni tipo di arma. Dall'elaborazione di tutti questi studi, nasce il suo Jeet Kune Do, "la via del pugno che intercetta".
Il 17 Agosto del 1964 sposa Linda Emery che, nel Febbraio del 1965 gli dà il suo primo figlio, Brandon.
In questo periodo Bruce Lee vince una serie di tornei attirando curiosamente l'attenzione di molti registi. A Los Angeles Bruce Lee comincia la sua carriera di attore recitando nella popolare serie televisiva "The green hornet" e, tra le riprese delle puntate e la nascita della seconda figlia Shannon, trova anche il tempo di insegnare regolarmente Kung-fu. Una "mania" che contagiò anche alcuni attori famosi, disposti a tutto pur di prendere lezioni da lui.
In quegli anni dà alle stampe il primo dei libri sulla sua nuova arte, con l'intento sempre nobile di diffondere gli importanti fondamenti spirituali provenienti dall'oriente. Ma è la carriera cinematografica quella che lo porta alle stelle. Bruce Lee, prima di morire in modo inaspettato prima di concludere l'ultima pellicola, recita in non meno di venticinque film e serie televisive, tutti entrati più o meno a far parte dell'immaginario collettivo. Dal mitico "Dalla Cina con furore", a "L'urlo di Chen terrorizza l'Occidente", da "I 3 dell'operazione Drago" fino al drammatico titolo postumo, in cui furono usate controfigure per terminare le scene non girate da Bruce "L'ultimo conbattimento di Chen".
Bruce Lee scompare il 20 luglio 1973 lasciando il mondo attonito. Nessuno riesce ancora a spiegare le ragioni di quella drammatica morte. C'è chi sostiene che sia stato ucciso da maestri tradizionalisti, da sempre contrari alla diffusione del Kung-fu in occidente (della stessa opinione, dicono i bene informati, era la mafia cinese, altra entità presunta responsabile), chi invece crede che sia stato eliminato da produttori cinematografici che non avevano ottenuto il suo consenso per alcune sceneggiature a lui proposte. La versione ufficiale parla di una reazione allergica ad un componente di un farmaco, l'"Equagesic", da lui utilizzato per curare l'emicrania.
L'enorme uso che Hollywood, dopo di lui, ha fatto e continua a fare delle arti marziali e il mistero della sua scomparsa fanno si che la sua leggenda rimanga viva tutt'oggi.

Bruce è sepolto al Lakeview Cemetery di Seattle, a fianco alla tomba del figlio Brandon morto nel 1993 all'età di 28 anni, anche lui in misteriose circostanze durante le riprese del film "Il corvo".
Oggi mi sono recato alle lapidi per fare qualche foto e per una fortuita coincidenza sul posto ho incontrato un distinto maestro di Kung-fu, che ha direttamente conosciuto Bruce Lee. Oggi infatti era l'anniversario di morte di Brandon e il maestro e sua moglie eran venuti a pulire le tombe e portare alcuni fiori. Ha subito attaccato bottone con me chiedendomi se ero venuto a portare omaggio a Brandon e dopo avergli risposto che la mia venuta era casuale, ha cominciato a parlarmi di aneddoti su Bruce, di filosofie orientali, di comunicazioni personali che ha avuto con lo spirito di Bruce, ecc. ecc. Nel frattempo alla tomba continuavano a venire ed andare turisti. Sono rimasto al cimitero 2 ore!!! A un certo punto la moglie giapponese l'aveva convinto a tornare a casa ed erano quasi in macchina, sennonché è tornato indietro perché voleva insegnarmi alcune mosse per creare i campi energetici (era pure maestro di Reiki). Poi dopo aver aspettato che l'ennesimo gruppetto se ne andasse, mi ha detto che voleva insegnarmi la meditazione e aprire il mio terzo occhio. Ho chiuso gli occhi, m'ha imposto le mani sulla testa e... e il resto è fantascienza! Il bello è che durante i 5 minuti della pratica sono arrivate altre persone e a quel punto credo fossero più incuriosite da quello che stava succedendo più che alla tomba! Comunque dopo i tre inchini di omaggio che mi ha insegnato a fare se n'è andato e io sono finalmente riuscito a scattare le mie foto!!! Certo un'sperienza extrasensoriale al cimitero non credevo che l'avrei mai fatta!

lunedì 19 marzo 2007

Seattle curling club

Una volta che inizi poi non smetti più. E anche qui a Seattle non posso più farne a meno. E quando vedi 5 piste le vuoi provare subito tutte. Ebbe sì... Anche qui ho trovato un curling club in cui giocare! Il Granite curling club di Seattle è l'unico curling club dello stato. 5 campi da gioco che servono un totale di 450 iscritti. Le cose funzionano in modo un po' diverso dall'Italia. Qui ogni sera c'è una competizione di tipo diverso: la domenica sera è dedicata alla mixed league, lunedì c'è l'open league in cui i team sono sorteggiati a caso due volte l'anno, martedì c'è la super league (la league maschile ad alto livello), mercoledì è dedicato alle donne, il giovedì alla men's league (altra league semi-competitiva), il venerdì invece c'è la league per divertirsi e finito di giocare sul ghiaccio si gioca a carte al pub del club fin dopo mezzanotte. Ci son poi le league per i principianti, per i collegiali... Ce n'è per tutti i gusti. E se qualche campo è libero potete pure allenarvi!
Inserirsi nell'ambiente è stato molto facile. E' bastato raccontare che giocavo a curling da 12 anni e che avevo avuto qualche esperienza in nazionale e mi han subito assunto. Adesso passo circa tre sere la settimana a giocare al club. Ottimo modo per conoscere un sacco di persone.
Si, perché poi qui oltre a giocare per il mio team il giovedì sera, ti puoi rendere disponibile per giocare come sostituto in tutte le altre league nel caso che qualche persona non sia disponibile (e accade di frequente). Così mi capita di giocare con un sacco di team diversi. Il divertimento è assicurato! Anche perché poi come da tradizione le squadre dopo la partita si trovano a bere insieme.
Comunque in zona c'è qualcuno più malato di me di curling... Che ne dite di questa targa della macchina?


mercoledì 14 marzo 2007

Archie McPhee

Se volete qualcosa di bizzarro, fuori di testa, estroverso, il negozio che fa per voi é Archie McPhee nel quartiere di Ballard. Da oltre 25 anni questo negozio è specializzato nella vendita di oggetti spesso inutili, ma originalissimi. Esistono temi diversi: the monkey (la scimmia), il bacon, i ninja, il pirata... Subito all'entrata trovate il reparto dolciumi: caramelle al gusto bacon in confezioni col maialino, alla banana in scatolette a forma di scimmia o le caramelle al grog per i pirati di ieri, oggi e domani. Per non parlare poi dei lecca-lecca con la cavalletta dentro o delle gomme "nichilist" per chi vuole masticare qualcosa che non sappia di nulla. Poi c'è un ampia scelta di maschere e vestiti da carnevale (oh! qui ti vendono pure gli scrubs per chi vuol far finta di essere un chirurgo!). E poi un'infinità di giochi e gingilli vari: soldatini americani, occhi finti, anelli fantasiosi, animaletti di plastica di tutte le dimensioni e non dimentichiamoci della famosissima devil duckie, la paperella che galleggia con lo sguardo cattivo e le corna da diavolo. Il lato oscuro e maligno dell'innocente e tenera paperella da bagno.
Che dire poi del reparto religione? Modellini di Gesù e tutte le statuette dei santi più impensabili, come santa Viviana, patrona dei postumi della sbornia, o Sant'Anna, patrona degli oggetti smarriti. Ma state attenti a nunzilla! La suora con carica a molla con gli occhi verdi con la bibbia in una mano e il righello nell'altra, incubo degli studenti delle scuole cattoliche. Spaventosa! Dite le vostre preghiere! E' arrivata la vostra ora!

domenica 11 marzo 2007

Girl Scouts cookies

Una vecchia tradizione americana, che risale addirittura agli inizi del '900, è la vendita una volta all'anno nei quartieri delle città dei Girl scouts cookies. Le Girl Scout (spesso accompagnate da una mamma o comunque un supervisore) si piazzano con i loro banchetti alle uscite dei supermercati e nei posti più tattici a vendere tutta una serie di diverse scatole di biscotti il cui prezzo si aggira intorno ai $4. I soldi servono per finanziare il gruppo (materiali, campi scouts, attività). E come recita la scritta sulla scatola: "potresti rimanere sorpreso cosa i biscotti delle girl Scout possono costruire: valori forti, menti forti, corpi forti, spiriti forti, amicizie forti, abilità forti, autorità forti, una comunità forte". Cioè i Girls Scuots Cookies sono il pilastro della società moderna americana!
In realtà ha anche l'aria di essere un ottimo business. C'è una vera e propria produzione a livello industriale.
Esistono un sacco di varietà diverse:
  • Thin Mints: è il biscotto più conosciuto. Rotondo, al sapore di menta e ricoperto di cioccolato copre circa il 25% delle vendite. La confezione è verde scura.
  • Do-si-dos or Peanut Butter Sandwiches or Savannahs : biscotto a sandwich, rotondo, è ai fiocchi d'avena con un ripieno di burro d'arachidi. La scatola è arancione.
  • Trefoils or Shortbread : Biscotto al burro a forma di trifolio. La scatola è blu.
  • Hoedowns or Tagalongs or Peanut Butter Patties: è un biscotto rotondo con uno strato di burro d'arachidi sopra e ricoperto di cioccolato. E' venduto in una scatola rossa. L'origine del nome tagalong deriva da un gioco che le ragazze scuots fanno con una palla da basket.
  • Samoas or Caramel deLites : é un biscotto a forma di doughnut con un buco nel mezzo, ricoperto di caramello e farina di cocco e strisce di cioccolata. Questo biscotto è in una scatola viola.
  • All Abouts: biscotto al burro con un lato di cioccolato. Sono in una scatola rosa.
  • Thanks-A-Lot: biscotti al burro con uno strato di fudge e la parola "thank you" in Inglese, Francese, Cinese, Swahili o spagnolo in rilievo sopra (ehi! E in italiano?).
  • Café Cookies: biscotti alla cannella. Sono in una confezione marroncina.
  • Little Brownies: i nuovi arrivati dal 2006. Biscotti senza zucchero che sembrano pezzi di brownies con pezzi di cioccolato.
  • Cartwheels: Rotondi alla cannella e fiocchi d'avena, contengono calcio e vitamine.
  • Lemonades: biscotti al limone a forma di fetta di limone.
Anch'io non ho potuto resistere agli occhioni dolci delle Girl Scuots. dolci... si! si! M'han fregato pure a me e ho coprato due scatole di biscotti! Altro che dolci bambine! In realtà dietro quegli occhioni innocenti cova l'anima del puro commerciante americano. Piccole imprenditrici di 8 anni crescono.

mercoledì 7 marzo 2007

Don't pay through the nose!

Nuova pubblicità e nuova aquisizione di un modo di dire americano. Ah! Il potere dei media! Ecco cosa accade. Sapete che il bus lo potete pagare anche a bordo inserendo le monetine nell'apposita macchinetta vicino all'autista. Immaginatevi dunque un tizio che sale sull'autobus con il suo quarter (25 cents) in mano e invece di infilarlo nella macchinetta comincia a provare a inserirlo nelle narici del conducente. Prima in una... poi nell'altra... poi di nuovo nell'altra... Il naso del nostro è di quelli belli importanti, ma la monetina mica ci entra. L'autista imperturbabile lo guarda e gli chiede cosa fa, finché appare la scritta "Don't pay through the nose". Non è la nuova campagna pubblicitaria dei cleenex, nemmeno di un nuovo farmaco contro le deficienze mentali... E' la pubblicità di una compagnia che offre la linea veloce internet ad un prezzo imbattibile. Ora che c'entra il naso e le monetine? Pay through the nose è un modo di dire! Significa pagare per una cosa un prezzo molto alto. Ho fatto un po' di ricerche... Come al solito le interpretazioni sono varie. Una fa risalire la frase addirittura alle tasse che i Danesi imposero agli irlandesi nel nono secolo. Infatti chi non pagava questa tassa, pagava attraverso il taglio del naso. Soldi e naso sono poi associati attraverso alcune metafore: per esempio nosebleed (naso che sanguina) è una metafora per dire che si è a corto di soldi.
Bene. Vi sentite arricchiti culturalmente? Però mi raccomando... bambini! Niente monetine su per il naso! (Che se invece dei quarters provate con i centini so cazzi!)

sabato 3 marzo 2007

I cugini di Mickey Mouse

La notizia è della scorsa settimana. In un fast food di New York (un Taco Bell) dopo l'ora di chiusura, alcuni passanti hanno notato dalla vetrata esterna decine di ratti che si aggiravano indisturbati tra i tavoli del locale. Gli animaletti (pantegane da mezzo chilo) sono stati subito filmati tra gli urletti delle signore che assistivano alla scena, e il video ha fatto il giro della nazione.
In effetti l'igiene di molti ristoranti americani è praticamente inesistente. Se poi pensate che nella maggior parte dei posti non esistono nemmeno le tovagliette o simili per coprire i tavoli... Quel che è certo è che ratto non è certo sinonimo di pulito...
E non credete che Quello di New York sia un caso isolato! La scorsa notte passeggiando per le vie dello U-district (il quartiere universitario), in cui i ristoranti pullulano data la presenza dei molti studenti, s'è ripetuta la stessa scena. All'inizio credevo fosse uno scherzo... Poi all'interno di un ristorante thai abbiamo avvistato un rattone che pascolava tra le sedie e il bancone del locale. Che schifo! Certo in quel ristorante non ci metterò mai piede (e se passate per Seattle fate un fischio che vi dico il nome), ma chi mi assicura che tutti quelli vicini non abbiano lo stesso problema? Squeeeeeeeeek!