mercoledì 20 febbraio 2008

Knock Knock Jokes

Mentre i bambini italiani crescono a barzellette di Pierino, quelli americani e inglesi si divertono con i knock knock jokes. Knock knock equivale al nostro "toc toc" bussando alla porta. Il tipico formato dello scherzetto comincia con un knock knock. Il destinatario deve rispondere con la domanda "Who's there?" (Chi è?). C'è quindi la risposta che il più delle volte coinvolge l'uso di un nome. Il destinatario quindi ripete la risposta segiuta da "who?" (... chi?). Alla fine c'è un'ulteriore risposta con gioco di parole che dovrebbe fare ridere. Ma veniamo ad alcuni esempi pratici.

Knock, knock!
Who's there?

Luke.
Luke who?

Luke out of the window!
Knock, knock!
Who's there?
Doris.
Doris who?
Doris open, I'm going to come in.

Knock, knock!
Who's there?
Hawaii.
Hawaii who?
I'm fine, Hawaii you?
(la mia preferita)

Knock, knock!
Who's there?
Who.
Who who?
Is there an owl in here?




Sembrano giochini stupidi, ma (incredibile!) anche Shakespeare nel lontano 1600 li ha usati all'interno del Macbeth. Comunque, Shakespeare o no, i bambini italiani sono decisamente più divertenti.

giovedì 14 febbraio 2008

Obama e il Grammy award

Un altra vittoria per Obama. No. Non ci sono state altre votazioni in quest'ultima settimana, ma il senatore s'è portato a casa un grammy per la musica. Yes! Avete capito bene! Questa volta Obama ha vinto il premio per il miglior album parlato dell'anno. Si tratta della sua autobiografia "L'audacia della speranza: il sogno americano per un nuovo mondo", in versione audio-libro. Può sembrare ancora più incredibile il fatto che non è il primo Grammy che prende! Il senatore americano nel 2006 era stato premiato per "I sogni di mio padre". Quello che fa ridere è che quest'anno in gara c'era pure Bill Clinton. Insomma i Clinton battuti anche nella corsa al grammofonino...
Comunque Bill e Hillary avevano già vinto rispettivamente nel 2004 e nel 1996. Sembra insomma normale che il premio per il miglior album parlato vada ad un politico.
Che dite? Mandiamo a Sanremo anche il Walter e il Silvio?

lunedì 11 febbraio 2008

Obama - Il sorpasso

Per la cronaca Obama nelle votazioni di sabato ha stracciato Hillary: 68% a 31% nello stato di Washington. Senza contare i superdelegati la situazione generale porta adesso Obama in vantaggio 1032 a 944 (i numeri variano da fonte a fonte). Sembra proprio lui l'uomo che gli americani vogliono a guidare lo Stato. Sicuramente c'è una sorta di misticismo che in sto periodo circonda la figura del senatore. Le persone ormai si sprecano con i paragoni. I vecchi democratici rivedono in lui l'amato John F. Kennedy. Un nero intervistato dopo un recente discorso ha detto che Obama incarna contemporaneamente lo spirito di Martin Luter King e Malcom X. Siamo vicini alla beatificazione... Obama Santo subito! ma attenti! La corsa per la Casa Bianca è ancora lunga e potrebbe riservare un sacco di sorprese.

sabato 9 febbraio 2008

The Washington caucuses

9 febbraio e tempo di votazioni anche per Seattle e lo stato di Washington. Negli ultimi giorni sia Hillary che Obama si sono presentati qui in città raccogliendo una moltitudine di persone ad ascoltare i loro discosi. Sembra addirittura che per Obama, 3000 persone non siano riuscite ad entrare nel pur capientissimo Key Arena (circa 17,000 posti!!!). Oggi però era il giorno di dare voce agli elettori nei caucuses. Potendo parteciparvi liberamente, anche se non ho diritto al voto, non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di andare a vedere come si svolgono, accompagnato da un americano che mi ha fatto da cicerone (grazie come al solito, Lynell). Ci siamo recati quindi alla scuola sede delle votazioni del quartiere. Dopo un breve discorso introduttivo sulle regole di voto, le persone sono state divise in gruppi in base alla zona di residenza (circa 30-40 persone a gruppo). Quindi è stato chiesto di esprimere una prima preferenza per uno dei due candidati o di mettersi tra gli indecisi. Dopo ciò, le persone che avevano espresso un parere possono tenere all'interno del gruppo un breve discorso per convincere gli altri a votare per uno specifico candidato. Si ripetono quindi le votazioni e si fanno i conteggi ufficiali. Nel nostro gruppo alla fine 37 persone hanno votato per Obama e 18 per Hillary. In base a questi voti sono stati assegnati 3 delegati nel gruppo di Obama e 2 in quello di Hillary. I delegati vengono scelti all'interno del gruppo (per votazione se ci sono più persone disponibili a fare i delegati). Questi delegati la prossima settimana si troveranno con gli altri delegati per un voto a livello di zona e poi di stato. Le votazioni si terranno in modo analogo a quello sopra riportato, ma a questo punto i giochi sono fatti perché è difficile far cambiare idea ai delegati.
Un sistema veramente interessante quello dei caucuses, che coinvolge veramente a fondo le persone che vi partecipano. La cosa che mi ha stupito però è che moltissimi (anche anziani) stavano andando a un caucus per la prima volta nella loro vita. E' proprio vero: questa volta gli Americani sentono proprio il bisogno di un cambiamento ed i caucuses sono una buona occasione per esprimere le proprie idee.

giovedì 7 febbraio 2008

Obama vs Hillary

E' passato il SuperTuesday e tra i democratici c'è ancora molta confusione sui risultati. Chi è in testa? A seconda dei notiziari e dei giornale potete trovare dei numeri diversissimi. Tra Obama e Hillary la sfida è all'ultimo voto. Per il momento, Obama s'è accapparato il maggior numero di Stati, mentre Hillary ha vinto nelgi stati più popolosi. E i calcoli vengono fatti in modo proporzionale e diverso da caucus a caucus così c'è una confusione pazzesca sui numeri. Ultimamente poi non si fa altro che parlare di questi Superdelegati: sono il nòcciolo del partito (ex presidenti, governatori ecc..), non vengono eletti, decidono autonomamente e potrebbero essere di fondamentale importanza per far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Tutta sta sitiuazione mi ricorda un po' il nostro Senato italiano, con i Senatori a vita che erano diventati di fondamentale importanza ad ogni votazione.
Ad ogni modo sabato è il turno dei caucuses dello stato di Washington. Ci son ben 94 delegati da assegnare e nessuno cercherà di farseli sfuggire. Per domani è pure previsto l'arrivo di Obama qui a Seattle. E anche se non posso votare magari faccio pure un salto a sentirlo...
Oh! dimenticavo... (o forse no?) In campo repubblicano, dopo il ritiro di Romney, sembra ormai quasi scontato che il candidato sarà Mc Cain.

lunedì 4 febbraio 2008

Superbowl 2008

Le due squadre sfidanti del XLII Superbawl di football americano sono state New York Giants e New England Patriots (di Boston). Sembrava una di quelle partite senza storia di cui si conosceva già il vincitore. I New England uscivano da una stagione perfetta: 18 partite vinte su 18. Anche i bookmakers davano la squadra per favorita di ben 14 punti (un sacco per chi non se ne intendesse).
E invece è stata una partita al cardiopalma. Gli sfavoriti Giants ce l'han messa proprio tutta. E alla fine all'ultimo minuto i newyorkesi hanno vinto 17-14. Touchdown con passaggio da Eli Manning a Plaxico Burress proprio sullo scadere. Ma come fa uno a chiamarsi Plaxico??? Cos'è il nome di una company che fa Plexiglas? Ad ogni modo è riuscito a trattenere la palla ovale fino all'ultimo e così la sua squadra s'è portata la Lombardi cup a casa.
Posso dire con certezza che questo è l'evento sportivo più importante dell'anno per gli americani. 97,5 milioni di persone erano davanti al televisore. Perché oltre alla partita c'è lo spettacolo. C'è gente che guarda il Superbowl solo per le pubblicità: le più particolari e costose che vengono trasmesse durante l'anno. A dir la verità questa volta nessuna degna di nota. E poi il mini concerto a metà della partita. L'anno scorso era salito sul palco Prince, quest'anno è stata la volta di Tom Petty and the Heartbreakers. Che dire: mi ricordavano un po' i Pooh italiani. Sono terribili, ma alle grandi occasioni ce li ficcano sempre. E poi non dimentichiamoci delle schifezze che assolutamente bisogna mangiare per tradizione durante tutta la partita: patatine, tortillas con salsine varie, tranci di pizza, salatini, dolcetti, il tutto diluito con della birra. Una giornata all'insegna della salute.
In totale sono state 4 ore di spettacolo. E poi, come succede in Italia per il calcio, adesso ci sono da fare commenti per almeno una settimana.

venerdì 1 febbraio 2008

Le elezioni presidenziali

In un momento in cui in Italia non si fa altro che parlare di nuove elezioni e nuova legge elettorale, vorrei utilizzare questo post per cercare di spiegare invece il sistema di voto per eleggere i candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Anche questo è un argomento di piena attualità, dato che la corsa alle nominations è partita il 5 gennaio e si protrarrà per i prossimi mesi. Sia per democratici che repubblicani, l'elezione avviene in due modi: o attraverso le primarie o attraverso i cosiddetti "caucus".
Le primarie sono votazioni vere e proprie in cui si esprime sulla scheda la preferenza per il candidato.
I caucuses invece sono delle riunioni ristrette degli attivisti locali del partito che si svolgono in luoghi pubblici come scuole, stazioni dei pompieri, municipi o biblioteche.. La parola ha origini indiane e significa "riunione dei capi tribù". Le modalità di voto di repubblicani e democratici sono diverse.
Tra gli iscritti al Gop (i repubblicani del Grand Old Party) il voto è segreto. In pratica, dopo aver partecipato all'assemblea e ascoltato istruzioni e interventi degli altri partecipanti, ognuno scrive il nome del proprio candidato prescelto su un foglietto di carta e lo depone in un cappello o in un altro contenitore che viene fatto circolare. I delegati confermeranno in seguito la scelta dei caucus a livello di contea, poi di distretto e infine di Stato.
Per i democratici, invece, il voto è palese. Nei singoli caucus si formano dei gruppi di preferenza (tra cui quello degli indecisi) in cui gli iscritti si schierano in aree circoscritte della sala. A quel punto ogni gruppo ha 30 minuti di tempo per convincere i rivali a passare dalla loro parte. Trascorso questo tempo si verifica se ci sono cambiamenti di fronte, a partire dagli indecisi, e alla fine si passa alla conta e il gruppo più numeroso vince.
Il numero di delegati eletto alle primarie e caucus è variabile per ciascun partito: maggiore il numero degli abitanti, maggiore il numero dei delegati.
La «convention» è il momento conclusivo verso il quale tende tutto il sistema dei caucus e delle primarie: è il congresso del partito che sceglie i candidati alla presidenza, alla vice presidenza e discute e delibera a proposito del programma elettorale.
Altre due parole chiave. La «nomination» è l'investitura ufficiale che un partito dà al proprio candidato, mentre il «ticket» è il nome che viene dato all'accoppiata dei candidati alla presidenza e alla vice presidenza. Data da segnare in agenda? Martedì 5 febbraio: il Super Tuesday quando andrà al voto la maggior parte degli Stati. A quel punto verranno nominati il 52% dei delegati democratici e il 41% di quelli repubblicani.