4 mesi che non scrivo un post! Che vergogna! Me ne scuso con tutti i lettori (è si sembra che qualcuno legga il mio blog e che si sia pure lamentato del fatto che non lo tengo aggiornato). I posts da scrivere sarebbero tantissimi, ma vedo di darvi qualche informazione aggiuntiva di cos'è successo in questo periodo di assenza.
Sono quasi sconvolto nel notare che l'ultimo post che ho scritto riguarda la prima hike della stagione. Bhè dopo quella ne sono seguite numerose! Dalla classica Lake 22 con la neve a giugno per passare al favoloso Lake Colchuk vicino Leavenworth e finire con la più recente Catwalk a Snoqualmie pass. Potete trovare qualche foto sul mio album web. Che dire: come al solito la natura qui è spettacolare e maestosa.
Poi non posso non citare il mio viaggio a Yellowstone. 12 ore con la mia macchina scassata con sosta a Butte per visitare la miniera e assaggiare i famosi "pasties". (ricetta @ http://www.cooks.com/rec/view/0,1826,159180-230193,00.html). Yellowstone è indescrivibile. E le foto che ho scattato non riescono a raccontare le emozioni che si provano nel trovarsi di fronte a una mandria di bisonti, un orso nero che attraversa il fiume, fare il bagno in una sorgente termale, aspettare che un geyser erutti, fare escursioni battendo le mani e canticchiando nella speranza di spaventare un grizzly che potrebbe attaccarti.
Poi al ritorno alcune ghost towns, villaggi di minatori una volta ricchi e prosperosi e oramai abbandonati da anni. Bannack merita sicuramente una visita anche perché poco frequentato da turisti. (http://www.bannack.org/)
E poi il viaggio all'Olympic penisula (http://www.nps.gov/olym/). 500 miglia in 3 giorni dalle montagne all'oceano.
La Fremont Solstice parade con i ciclisti nudi.
L'indipendence day e i fuochi d'artificio sul lago.
Il matrimonio all'americana di Daniela e Julio, le bambine che sono nate e quelle che devono nascere ancora.
I ciclisti che cadono e si spezzano la clavicola alle 9.30 di sera.
Il cane che cerca di cacciare il porcospino, i 300 aculei che s'è preso, le 4 ore di intervento, i $550 spesi dal veterinario e le 2 ore passate a pulire la mia macchina. I sei punti che ho dato sulla zampa allo stesso cane la Domenica dopo.
Seattle, come al solito, è priceless.
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venerdì 3 ottobre 2008
venerdì 23 novembre 2007
Thansgiving - Il tacchino risparmiato

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domenica 19 agosto 2007
Cascade pass and Sahale glacier
Piccola parentesi nel diario di viaggio tra Washington e Oregon per raccontarvi dell'escursione che ho fatto al Cascade pass e Sahale glacier. Sicuramente uno dei più begli hikes che ho fatto sulle North Cascade, forse anche perché queste montagne mi ricordavano un po' le Dolomiti.
Dettagli tecnici:
Dislivello: circa 2500 feet (800 m)
Lunghezza: 10 miglia (16 km)
Tempo di salita: 4 h
Tempo di discesa:3 h 00
Difficoltà: medio-difficile
Il trailhead si trova a 3 ore di auto da Seattle verso nord con ultimo tratto su strada sterrata. Già dal pacheggio c'è una bellissima visuale sulla valle e sul Mt Johannesbourg, dalle cui cime è possibile vedere vari ghiacciai. Il sentiero sale a zig zag in mezzo alla foresta e ci sono alcuni punti per ammirare meglio i ghiacciai dall'altra parte della valle. Usciti poi dalla foresta il sentiero continua per breve tratto su pietraia per arrivare infine al Cascade pass da dove è possibile ammirare altri ghiacciai e altri picchi ancora innevati. Curiosità: questo passo è stato usato per centinaia di anni dai nativi americani per scopi commerciali. Dal passo è possibile vedere varie marmotte (Hoary marmot) che sono leggermente diverse da quelle che si vedono sulle nostre Alpi (Alpine marmot). Qui sono più grandi, con il mantello più chiaro (hoary significa canuta) e una coda sorprendentemente lunga! Dal Cascade pass abbiamo fatto poi un altra oretta di strada per arrivare a vedere il Sahale glacier. Da togliere il fiato. Sia la strada per arrivarci che il panorama arrivati in cima. Ghiacciaio spettacolare da cui si originano varie cascatelle che vanno a confluire in un lago alpino blu-turchese. Inutile dire che se si ha una macchina fotografica non si smette praticamente mai di scattare. Comunque le marmotte non sono gli unici animali che abbiamo visto: anche chipmunks (avete presente gli scoiattolini con le righine marroni scure sulla schiena e testa? Cip e Ciop per capirsi... anche se la Disney gli ha tagliato la coda) che attraversavano spesso il sentiero, un golden-mantled ground squirrel (un altro tipo di scoiattolo che si differenzia dal chipmunk perché non ha le righine sulla testa) e pure un deer. Nella zona dovrebbero esserci pure dei black bears, ma purtroppo (o per fortuna?) non ho avuto occasione di avvistarli.
Dettagli tecnici:
Dislivello: circa 2500 feet (800 m)
Lunghezza: 10 miglia (16 km)
Tempo di salita: 4 h
Tempo di discesa:3 h 00
Difficoltà: medio-difficile

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domenica 22 luglio 2007
Mt Dickerman
Sveglia quasi all'alba per affrontare quest'hike sul mount Dickerman e alle 7 siamo già per strada. Al trail si arriva tramite la Mountain loop Highway, solo qualche miglio più avanti del trail dell'ultima volta (Lake 22). Partenza dalla base: ore 9. Il tempo non era dei migliori, ma nulla ormai ci poteva fermare.
Dettagli tecnici:
Dislivello: 3800 feet (1158 m)
Lunghezza: 8.5 miglia (13.6 km)
Tempo di salita: 3 h 30
Tempo di discesa:3 h 00
Difficoltà: medio-difficile
Il trail sale costantemente partendo da quota 1900 ft. Dapprima si snoda in mezzo a una fitta foresta che lascia passare poca luce. Via via che si sale la vegetazione cambia, lasciando il posto prima ad alberi più piccoli, poi ad alberi e arbusti. Lungo il percorso si incontra come al solito una splendida cascata. Il paesaggio è molto vario. Ci sono un sacco di fiori in questo periodo che rendono l'escursione davvero piacevole. Verso la sommità è possibile incontrare distese di piante di blueberries (mirtilli); non è ancora stagione, ma sono sicuro che ritornando a settembre sarebbe possibile riempirsi pancia e qualche borsa. Abbiamo incontrato un po' di neve in scioglimento nell'ultimo tratto, che comunque non ci ha impedito di raggiungere la vetta. Dalla cima c'è un ottimo panorama sulle montagne intorno.
Animali avvistati: 3 mountain goats (3 capre di montagna) e un hummingbird (colibrì). L'incontro coln l'hummingbird è stato particolare. Dovete sapere che questi uccellini sono attratti dal colore rosso ed io ero vestito con una maglia di un arancione molto acceso. Così mentre ero fermo per scattare una foto s'è avvicinato a
pochissima distanza da me proprio perché attirato dal colore della mia maglia. Sbatte le ali ad una velocità impressionante, tant'è che potete sentire un rumore tipo ronzio. Dopo avermi fissato un po' fluttuando nell'aria ha deciso che forse ero un po' grande per essere un fiore e se n'è andato alla velocità della luce.
Dettagli tecnici:
Dislivello: 3800 feet (1158 m)
Lunghezza: 8.5 miglia (13.6 km)
Tempo di salita: 3 h 30
Tempo di discesa:3 h 00
Difficoltà: medio-difficile
Il trail sale costantemente partendo da quota 1900 ft. Dapprima si snoda in mezzo a una fitta foresta che lascia passare poca luce. Via via che si sale la vegetazione cambia, lasciando il posto prima ad alberi più piccoli, poi ad alberi e arbusti. Lungo il percorso si incontra come al solito una splendida cascata. Il paesaggio è molto vario. Ci sono un sacco di fiori in questo periodo che rendono l'escursione davvero piacevole. Verso la sommità è possibile incontrare distese di piante di blueberries (mirtilli); non è ancora stagione, ma sono sicuro che ritornando a settembre sarebbe possibile riempirsi pancia e qualche borsa. Abbiamo incontrato un po' di neve in scioglimento nell'ultimo tratto, che comunque non ci ha impedito di raggiungere la vetta. Dalla cima c'è un ottimo panorama sulle montagne intorno.
Animali avvistati: 3 mountain goats (3 capre di montagna) e un hummingbird (colibrì). L'incontro coln l'hummingbird è stato particolare. Dovete sapere che questi uccellini sono attratti dal colore rosso ed io ero vestito con una maglia di un arancione molto acceso. Così mentre ero fermo per scattare una foto s'è avvicinato a

lunedì 25 giugno 2007
Orcas Island
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sabato 3 marzo 2007
I cugini di Mickey Mouse

In effetti l'igiene di molti ristoranti americani è praticamente inesistente. Se poi pensate che nella maggior parte dei posti non esistono nemmeno le tovagliette o simili per coprire i tavoli... Quel che è certo è che ratto non è certo sinonimo di pulito...
E non credete che Quello di New York sia un caso isolato! La scorsa notte passeggiando per le vie dello U-district (il quartiere universitario), in cui i ristoranti pullulano data la presenza dei molti studenti, s'è ripetuta la stessa scena. All'inizio credevo fosse uno scherzo... Poi all'interno di un ristorante thai abbiamo avvistato un rattone che pascolava tra le sedie e il bancone del locale. Che schifo! Certo in quel ristorante non ci metterò mai piede (e se passate per Seattle fate un fischio che vi dico il nome), ma chi mi assicura che tutti quelli vicini non abbiano lo stesso problema? Squeeeeeeeeek!
sabato 9 dicembre 2006
Are you off your nut?


giovedì 7 dicembre 2006
Oh my deer!

A parte quest'invasione sulla strada poi è stato bellissimo poter fare colazione osservando dalla finestra della cabin della Marta 2 bellissimi esemplari che si riparavano sotto gli alberi dalla neve che scendeva... ma anche per cena non sarebbero stati male...
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